Le emoticon (smiley – smile), sono combinazioni di punti o lettere che danno vita ad una faccina in grado di rappresentare le principali espressioni della mimica facciale, stilizzate.
Vengono utilizzate in internet ma anche negli sms per esprimere un emozione e aggiungere un maggior significato nella comunicazione scritta.
Ma quando sono nate?
Esistono tesi differenti circa la nascita delle prime emoticon, a cui si aggiungono molte volte leggende metropolitane.
Si racconta, addirittura, nel 1862 Abramo Lincoln avesse disegnato uno smile accanto al testo di un suo discorso, ovviamente, come già detto, è una leggenda e non può rientrare nella storia.
In realtà, esistono diverse versioni sulle origini delle emoticon.
Secondo alcune fonti, il primo smile nacque nel 1963 quando fu chiesto a Harvey Ball, comproprietario di un’agenzia pubblicitaria negli USA, di disegnare una Smiley Face, che doveva essere stampato su spille, blocchetti per appunti, poster e manifesti, per sollevare il morale dei dipendenti di una compagnia di assicurazioni che stava per fallire.
Disegnò così, un cerchio e lo colorò di giallo, due puntini per gli occhi e una linea curva delimitata da due stanghette a far da sorriso.
Per il suo lavoro fu pagato 45 dollari dalla State Mutual Life Assurance Cos. of America ma non chiese mai la registrazione del marchio né i diritti d’autore.
Il brand ebbe un enorme successo e non solo tra gli impiegati.
Nel 1971, furono vendute oltre 50 milioni di spille recanti il simbolo da lui creato.
Differenti pareri, attribuiscono invece, l’invenzione della “faccina sorridente” a Kevin MacKenzie, che nel 1979, suggerì agli iscritti a MsgGroup di usare la punteggiatura per veicolare le emozioni.
La proposta, purtroppo, non riscosse l’entusiasmo sperato, anzi venne considerata ingenua e stupida.
Il primo utilizzo documentato di una emoticon è invece datato 19 settembre 1982, quando Scott Fahlman, ricercatore informatico alla Carnegie Mellon University, propose di usare le “faccine” per distinguere post seri da messaggi più scherzosi, in modo da evitare fraintendimenti.
Il post, che era stato perduto, è stato cercato e ritrovato in rete nel 2002 da un team di informatici esperti per convalidare il primato di Fahlman, ancora in discussione.
Quale sia davvero l’origine delle emoticon poco importa, perché si ha la certezza che le faccine gialle, sono uno strumento comunicativo diffusissimo e a valenza universale, grazie alle quali si può spiegare qual’è il senso emozionale di ciò che si sta scrivendo.